- Vantaggi e ostacoli da superare della digital health secondo i medici
- Intelligenza artificiale in sanità e terapie digitali: tra entusiasmo e scetticismo
- La sfida dell’empowerment dei pazienti grazie alla digital health
- Comunicazione HCP: un ecosistema flessibile e multichannel
Fiduciosi degli effetti positivi della digital health per i pazienti, ma al tempo stesso preoccupati per i possibili rischi di autodiagnosi e interpretazioni erronee dei dati relativi agli health device. Entusiasti dell’intelligenza artificiale nella sanità e cauti sulle terapie digitali. Attenti alla sostenibilità e al digital divide sanitario e alla ricerca di informazioni medico scientifiche per la loro pratica quotidiana tra soluzioni offline e online.
È il profilo dei “medici digitali”, così come emerge dal report “Digital Doctor 2023” di Ipsos, condotto su circa 3.500 medici, tra professionisti sanitari che operano nell’assistenza primaria, pediatri, oncologi e neurologi di venti paesi in tutto il mondo, Italia compresa. Un sondaggio che traccia un panorama dei comportamenti e delle future tendenze tra la classe medica alle prese con la sanità digitale.
Vantaggi e ostacoli da superare della digital health secondo i medici
Se nel 2021, a un anno dall’inizio della pandemia da COVID-19, gli HCP avevano affermato di aver sperimentato un’accelerazione nell’utilizzo di tool e soluzioni digitali, oggi si soffermano sulla necessità di affrontare le barriere che rendono ancora difficoltosa l’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) e le terapie digitali nella sanità.
La telemedicina «è qui per restare», affermano da Ipsos sulla base delle risposte al sondaggio: quattro HCP su dieci infatti la considerano ormai «una realtà e parte integrante dell’Healthcare». Questa «nuova normalità» però porta comunque con sé sfide che preoccupano i medici, dalla loro stessa abilità di fare diagnosi accurate da remoto (46%) alla qualità della cura che gli HCP sono in grado di fornire con la telemedicina (32%) fino all’alfabetizzazione digitale e tecnologica di medici e dei pazienti (31%).
Per approfondire: Customer Journey: con l’innovazione digitale la sanità è più vicina
Intelligenza artificiale in sanità e terapie digitali: tra entusiasmo e scetticismo
Poco meno della metà (46%) dei clinici si dice «entusiasta del ruolo dell’intelligenza artificiale (AI) nel futuro dell’Healthcare», riconoscendone i vantaggi soprattutto per quanto riguarda l’automazione di task ripetitivi (45%), efficienza (40%) e accuratezza (40%) della diagnosi. È anche vero però che solo il 31% degli intervistati ammette di aver utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale.
In generale, gli HCP si mostrano più cauti quando si parla di Digital Therapeutics (DTx). Appena il 18% di loro ha prescritto un trattamento che può essere considerato terapia digitale e un quarto dei medici intervistati ne ha consigliato uno ai propri pazienti. Il 62% ritiene insufficiente la formazione disponibile su questo tipo di interventi tenerapeutici, mentre per il 48% non tutti i DTx sono efficaci e il 45% sostiene che non ci siano sufficienti evidenze cliniche.
La sfida dell’empowerment dei pazienti grazie alla digital health
Per i medici la digital health porta ovvi vantaggi, in particolare per quanto riguarda l’empowerment del paziente grazie all’utilizzo dei Connected Health Device (CHD), che per la maggior parte degli intervistati hanno portato benefici ai pazienti in termini di maggior facilità nella comprensione del proprio stato di salute (77%), come pure nell’identificazione di sintomi e adozione di misure preventive (71%), insieme a conversazioni più efficaci con i sanitari che li seguono (69%). Ma non mancano anche qui dubbi e preoccupazioni, in particolare circa la possibilità che i pazienti possano fraintendere i dati restituiti da questi dispositivi (58%) o fare autodiagnosi senza la supervisione del clinico (52%).
Tra gli elementi che secondo i medici caratterizzeranno il futuro dell’Healthcare c’è anche la spinta verso un accesso alle cure più sostenibile ed equo grazie alla sanità digitale. Importanti barriere però si frappongono a questo obiettivo: se è vero infatti che il 72% dei medici concorda sul fatto che i CHD abbiano facilitato molto l’accesso alle cure a pazienti che prima avrebbero avuto più difficoltà, è altrettanto vero che la scarsa disponibilità di banda larga, la difficoltà a descrivere con accuratezza la propria situazione e la mancanza di un’attrezzatura adeguata costituiscono ostacoli ancora difficili da aggirare.
Interagire con i medici nell’era della digital health: l’esperienza di Polk&Union
Il primo report “Digital Doctor” di Ipsos risale al 2015 – un anno cruciale per lo sviluppo della digital health, segnato da progressi tecnologici, grandi investimenti e linee guida più definite – per documentare già allora l’impatto della digitalizzazione nella pratica clinica e nella gestione dei pazienti proprio dal punto di vista dei medici. A otto anni di distanza, da Ipsos definiscono «entusiasmante» l’evoluzione di questa visione: per gli HCP i vantaggi delle nuove tecnologie nell’ambito della sanità non sono più una «possibilità» ma una «realtà», secondo Reena Sooch, Head of Digital and Connected Health di Ipsos. «I medici vogliono usare la tecnologia nella loro pratica quotidiana, l’assistenza virtuale è ormai impiegata su larga scala e c’è molto potenziale per l’AI e i digital therapeutics, con il giusto approccio a infrastrutture e coperture», dice Sooch.
Conoscere a fondo i bisogni digitali dei medici è cruciale per mappare il customer journey dei professionisti sanitari alla ricerca di contenuti, strumenti e servizi in linea con le loro esigenze per migliorare la pratica quotidiana e il servizio dei pazienti. Polk&Union Health, la divisione interamente dedicata a Healthcare e Pharma di Polk&Union, segue da vicino l’evoluzione della sanità digitale e affianca le principali aziende del mondo della Salute per connetterle con i propri pubblici grazie a piani di comunicazione e strategie, come per esempio quelle focalizzate sull’engagement digitale dei medici.
Polk&Union, digital communication agency specializzata in marketing integrato, sviluppa campagne di comunicazione integrata, piani d’azione, contenuti creativi e servizi di digital marketing per le principali aziende della Salute.